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è l'unica poesia in sanscrito di Sri Aurobindondo
Ha 99 versi per lo più nel metro "Upajati", che è una scelta adatta per esprimere eroismo, potere, rabbia, guerra. Sequestrato dalla polizia di Calcutta, questo pezzo è stato riscoperto nel 1985.
A Skandapuran, nel capitolo su Sahyadri, c'è una storia sull'incarnazione di Shri Tuljabhavani. Nella moglie di Krutyug Rishi Kardam, Tapasvi Anubhuti era in uno stato meditativo. Un demone chiamato Kukur cercò di molestare Anubhuti in quel momento. Tapasvi Anubhuti pregò Devi Bhagvati per la protezione. Devi Bhagvati apparve di persona, combatté con il demone Kukur e lo uccise. Tapasvi Anubhuti supplicò Devi Bhagwati di risiedere sulla montagna in quella zona, cosa a cui Devi acconsentì. Lei è la Devi che si precipita in aiuto quando un devoto la chiama sinceramente e soddisfa i suoi desideri. Quindi è conosciuta come Tvarita-Turja-Tulja.
Bhavānī Bhāratī siamo portati ad assistere a una scena familiare. Il poema si apre con l'indiano, addormentato e contento, mentre le forze del Titanic scavano la terra sotto i suoi piedi. Non è migliore dei suoi fratelli, tutti ignari del saccheggio della Patria. Abbracciando il suo mondo pieno di piaceri, non riesce a sentirla gridare aiuto. In un momento simile, incapace di trattenersi oltre. Kāl si rende visibile, feroce e spaventosa, lasciando la terra tremante al Suo richiamo tonante.
A Skandapuran, nel capitolo su Sahyadri, c'è una storia sull'incarnazione di Shri Tuljabhavani. Nella moglie di Krutyug Rishi Kardam, Tapasvi Anubhuti era in uno stato meditativo. Un demone chiamato Kukur cercò di molestare Anubhuti in quel momento. Tapasvi Anubhuti pregò Devi Bhagvati per la protezione. Devi Bhagvati apparve di persona, combatté con il demone Kukur e lo uccise. Tapasvi Anubhuti supplicò Devi Bhagwati di risiedere sulla montagna in quella zona, cosa a cui Devi acconsentì. Lei è la Devi che si precipita in aiuto quando un devoto la chiama sinceramente e soddisfa i suoi desideri. Quindi è conosciuta come Tvarita-Turja-Tulja.
Bhavānī Bhāratī siamo portati ad assistere a una scena familiare. Il poema si apre con l'indiano, addormentato e contento, mentre le forze del Titanic scavano la terra sotto i suoi piedi. Non è migliore dei suoi fratelli, tutti ignari del saccheggio della Patria. Abbracciando il suo mondo pieno di piaceri, non riesce a sentirla gridare aiuto. In un momento simile, incapace di trattenersi oltre. Kāl si rende visibile, feroce e spaventosa, lasciando la terra tremante al Suo richiamo tonante.
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